Alla scoperta della letteratura russa : “Asia” di Turgenev


La letteratura russa è di una tale profondità e sentimenti da colpire anche i cuori più aridi.

Ho riletto proprio oggi la novella “Asia” di Turgenev, autore del celebre romanzo “Padri e figli” e, in uno stato di quasi ipnosi, ho tradotto di getto le ultime righe per poterle condividere con voi (non avendo a disposizione il testo tradotto):

[…] Я знавал других женщин – но чувство, возбужденное во мне Асей, то жгучее, нежное, глубокое чувство, уже не повторилось. Нет! ни одни глаза не заменили мне тех, когда-то с любовию устремленных на меня глаз, ни на чье сердце, припавшее к моей груди, не отвечало мое сердце таким радостным и сладким замиранием! Осужденный на одиночество бессемейного бобыля, доживаю я скучные годы, но я храню, как святыню, ее записочки и высохший цветок гераниума, тот самый цветок, который она некогда бросила мне из окна. Он до сих пор издает слабый запах, а рука, мне давшая его, та рука, которую мне только раз пришлось прижать к губам моим, быть может, давно уже тлеет в могиле… И я сам – что сталось со мною? Что осталось от меня, от тех блаженных и тревожных дней, от тех крылатых надежд и стремлений?

Так легкое испарение ничтожной травки переживает все радости и все горести человека – переживает самого человека.

[…] Ho conosciuto altre donne, ma quel sentimento che aveva fatto nascere in me Asia, quell’ardente e profondo sentimento, non ritornò più. No! Gli occhi di nessuna riuscirono a prendere il posto di quegli occhi che un tempo mi fissavano con amore, e a nessun cuore, avvicinatosi al mio petto, il mio non rispondeva rallentando i suoi battiti con tale gioia e in maniera così soave! Condannato alla solitudine di una vita da scapolo, vivo i miei ultimi anni in preda alla noia, ma conservo come reliquia sacra i suoi bigliettini e il fiore di geranio ormai rinsecchito, quello stesso fiore che un tempo ella mi lanciò dalla finestra. Emette ancora un lieve profumo, e la mano che me lo porse, quella mano che solo una volta potei stringere alle mie labbra, per quanto ne sappia, potrebbe essere ora in una tomba a decomporsi… E io stesso, cosa ne è stato di me? Cosa è rimasto di me, di quei giorni meravigliosi ed inquieti, di quelle speranze alate e aspirazioni?

Così la leggera fragranza di un’insignificante piantina sopravvive a tutte le gioie e i dolori dell’uomo – sopravvive all’uomo stesso.

Così si conclude la novella “Asia”.
Sì, lo so, vi ho svelato il finale, non si dovrebbe fare, ma vi assicuro che questa è una di quelle letture che non può essere rovinata da nulla, nemmeno dal sapere già come si conclude. È uno di quei racconti che rileggeresti più e più volte, come molti altri racconti dell’autore.

La maestria di Turgenev sta proprio nel saper far entrare il lettore dentro la narrazione, fargli vivere le emozioni e i sentimenti dei protagonisti.

E a leggere queste ultime righe un senso di vuoto, di rassegnazione, di tristezza e al tempo stesso di agitazione mi pervadono. Ma quale grandezza di spirito si percepisce!

 

La donna che ritrae l’abile penna di Turgenev è di quelle autentiche, innocenti, soavi e sognatrici.

 

Alla donna di Turgenev, pensate, è stato dedicato un ciclo di scatti da parte del fotografo Philippe Herbet, che, affascinato da questa figura, ha cercato di ricrearne la bellezza.
Potete vedere qui i suoi scatti: http://it.rbth.com/multimedia/pictures/2015/12/08/ragazza-turgenev_548727

Un articolo un po’ diverso dal solito, ma che spero possa farvi amare ancor di più non solo la lingua, la cultura russa, ma anche lo spirito russo (русская душа).

Testo e traduzione: Elena Bulgarelli
Immagine: http://go32.ru/uploads/posts/2013-01/1359539456_turgenev-vistavka.jpg

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